Salve a tutti,
Viste anche le numerose richieste avute in privato, rispondo su un argomento molto importante che riguarda non solo i costi ma anche la tutela dei brevetti: le rivendicazioni e la loro stesura.
Oltre ad essere inventori, bisognerebbe imaparare a scrivere i brevetti, cosa che io ho fatto con sacrificio nel corso degli anni. Ma il punto cruciale si focalizza sull'esperienza. Non esiste infatti sulla carta del codice di regolamentazione brevettuale di qualsiasi stato una regola talmente precisa da limitare il numero di rivendicazione (tranne qualche eccezione per il tipo di rivendicazione nei brevetti europei), tanto che ho visto una domanda di brevetto PCT con quasi 800 rivendicazioni (poi divisa in tante divisionali naturalmente). Tuttavia avendo depositato e scritto personalmente diversi dei miei brevetti internazionali, posso e metto a disposizione volentieri quello che so.
In Italia negli ultimi anni ci sono stati diversi cambiamenti in positivo. E' stato finalmente introdotto l'esame di merito e le rivendicazioni vanno depositate anche in inglese (o pagata la traduzione) per avere un parere esaminativo dall EPO (ufficio brevetti europeo). Per quanto riguarda le stategie che menzionavo, dipende da ciò che si brevetta, ma in generale i "trucchi" che io ho utilizzato mi hanno permesso di ottenere un brevetto concesso in Italia con più di 180 rivendicazioni invece di scriverne circa il quadruplo, con un bel risparmio sulle tasse o su eventuali depositi aggiuntivi. Purtroppo ora una parte di queste strategie molto probabilmente non è più utilizzabile perchè i regolamenti sono diventati un po' più ferrei; tuttavia l'UIBM è molto meno intransigente dell'EPO e spesso vale la pena tentare in fase di deposito, di usare appunto alcune accortezze che spiego brevemente.
Ogni rivendicazione dovrebbe per regola essere chiara e contenere un solo elemento caratterizzante, esempio: "Filtro elettronico caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre un resistore X ecc.." Per aggiungere un altro elemento senza limitare troppo la rivendicazione, bisognerebbe scriverne un'altra dipendente dalla prima. Io invece, usando una sola rivendicazione, ne avevo cambiata la forma in: "Filtro elettronico caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre un resistore X e/o un resistore Y". Questa forma ormai non credo sia più accettata anche se già quando l'avevo depositata io il mio assistente brevettuale aveva nutrito molti dubbi, ma alla fine il brevetto è stato concesso senza apportare emendamenti. Una forma più vincolante ma maggiormente elegante e che ha possibilità di passare anche ora (ma solo in Italia) è: "Filtro elettronico caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre un resistore X, detto filtro essendo inoltre preferibilmente provvisto di un resistore Y, detto filtro comprendendo inoltre ancor più preferibilemente un resistore Z"". Quest'ultima variante consente di aggiungere uno o due elementi non vincolanti il primo, ma l'elemento aggiuntivo (resistore Y o Z) è vincolato alla presenza del resistore X essendo accodato nella stessa rivendicazione. Solitamente questa strategia, nonostante la lieve limitazione, è spesso utile a mio avviso perchè consente una tutela adeguata considerando le proprie necessità in tal senso. Spesso infatti, scrivere rivendicazioni separate con singoli elementi, ha lo stesso effetto finale di tutela ottenibile con questo metodo. Ad esempio, non sarebbe possibile per nessun maleintenzionato rivendicare la stessa cosa con la presenza del solo "resistore y" perchè se anche di fatto togliesse una limitazione, per l'esaminatore non avrebbe inventato nulla di nuovo e ovviamente, cosa fondamentale, l'invenzione molto probabilmente nemmeno funzionerebbe, quindi riprodurla pur non dovendo pagarne i diritti (cosa poi tutta da dimostrare in opportuna sede) non servirebbe a nulla.
In Italia ora sono riconosciuti i brevetti "parenti", cioè domande di brevetto che se depositate entro un certo limite di tempo, possono rivendicare la priorità di una domanda di brevetto non ancora concessa e che si vuole dividere in altre domande o rettificare; in pratica sono l'equivalente dei brevetti "continuazione" statunitensi. Il limite è che non si può aggiungere nulla che non sia già citato almeno nella descrizione della domanda originale. In poche parole sono più che altro brevetti di rettifica ma l'unica loro comodità rispetto alla comunque riconosciuta possibilità di correggere la domanda di brevetto, sarebbe che il depositante decide lui come dividere un brevetto con tante rivendicazioni o, nel migliore dei casi, come migliorarlo. Purtroppo pare che in Italia ancora non esista un vero e proprio brevetto di continuazione parziale, cioè nuovo seppur simile al precedente. Tuttavia, usando certe accortezze si può spesso trovare la strada giusta per depositare ex novo una domanda di brevetto rendendola sufficientemente diversa dalla precedente, ad esempio cambiando lo scopo di utilizzo del trovato e/o aggiungendo anche un solo elemento fisico o modificandolo rivendicandone particolari vantaggi. Dipende ovviamente dai casi, e comunque esiste in Italia la possibilità di depositare una domanda per modello d'utilità che in parole povere è un praticamente un brevetto di modifica, con lo svantaggio di avere costi di deposito e mantenimento molto simili al brevetto d'invenzione e una durata di soli 10 anni.
Mi scuso se non sono stato chiarissimo ma ho scritto in fretta; se posso essere utile a qualcuno, questa è la mia email: cavazzoniroberto@tiscali.it
Un caro saluto a tutti e buon lavoro.
Cavazzoni Roberto