Il problema più difficile da risolvere è agire in profondità. Si può pensare a due toroidi (anelli cavi) metallici, uno dei quali funge da galleggiante e resta in superficie, mentre l'altro dotato di valvole comandate dalla superficie viene parzialmente riempito d'acqua in modo da farlo affondare con la velocità voluta. L'anello che affonda è collegato e sostenuto a quello galleggiante tramite cavi di acciaio che scorrono su carrucole. Raggiunta la profondità voluta, intorno ai 15-20 metri (o comunque una profondità alla quale possano lavorare in sicurezza subacquei), si ferma la discesa dell'anello affondato e si circonda con un telo impermeabile che forma la superficie laterale di un cilindro, la cui base maggiore è supportata da un cerchio metallico non cavo e indipendente dall'anello galleggiante. Terminata l'operazione si affonda il cilindro di altri 15-20 metri e si ripete l'operazione, fino a raggiungere il fondale e comprendere l'affioramento nel cilindro, che lo isola e lo conduce in superficie dove è aspirato. Può essere spostato fino a "colpire" il punto voluto, economico, facilmente dimensionabile, modulare. Gradirei sapere se l'idea è presa in considerazione; in tal caso, posso eseguire il progetto esecutivo.